venerdì 31 agosto 2012

Madonna di Baghdad



Madonna di Baghdad, uno dei miei primissimi quadri.

(Silvia Belcastro, collage e pastello su carta, 2009)


Steve Mc Curry, La ragazza afgana
Da adolescente ero appassionata di immagini del National Geographic. Da grande mi vedevo così: con una macchina fotografica in mano tra le rovine di Angkor o tra i leoni africani. A diciott’anni mi hanno regalato il libro con le fotografie più famose della rivista, che aveva sulla sovraccoperta il ritratto più celebre in assoluto, La ragazza afgana di Steve McCurry. La foto era stata scattata nel 1984 in un campo profughi di Peshawar e avrebbe avuto una sua epopea: 17 anni dopo Steve McCurry sarebbe partito con una nuova spedizione in Afghanistan per cercare quel volto diventato l’icona dei conflitti afgani degli anni ottanta.


Non so per quale misteriosa ragione, ma questo disegno è legato a quella fotografia.
Nel marzo del 2003 gli Stati Uniti e la Gran Bretagna hanno attaccato l’Iraq. Nei giorni seguenti la capitale ha vissuto quella che sarebbe passata alla storia come la Battaglia di Baghdad. Le immagini televisive di quei bombardamenti notturni ci hanno accompagnato per diversi anni: i missili cadevano come stelle giganti su una città immersa nella notte, sollevando altissime colonne di fumo nero.

Madonna di Baghdad, work in progress
Poco tempo dopo in sogno mi si è presentata una visione: l’ombra di un’architettura maestosa, una porta d’oriente inghiottita dal buio. Poi un lampo - forse la luce di un’esplosione o il flash di una macchina fotografica - ha illuminato una giovane donna. Era in piedi di fronte alla volta e la luce l’aveva colpita mentre stava fuggendo. Portava un fagotto fra le braccia, forse un bambino. La lunga veste si trascinava per terra alle sue spalle. Tutto è durato poco più di un istante: si è fermata e mi ha guardato, poi è scomparsa nel buio.


Da allora, per molto tempo ho ripensato al suo sguardo. Mi era rimasta in mano una parola strana: disegnami. Sono passati sei anni. Poi tutto a un tratto, in un giorno d’inverno, ho disegnato Madonna di Baghdad così come mi aveva chiesto: non sgomenta, ma timidamente bella.
Guardandola oggi sono sicura. Lei è da qualche parte nel mondo e nel tempo. Lei è una parte di me. Lei è la mia versione de La ragazza afgana.


  




3 commenti:

  1. http://www.youtube.com/watch?v=hWRLxi4JIAM

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    1. Se passi, fino a domani sera due dei miei quadri sono esposti a Contrarock per l'UtobarFest. C'è anche lei. E anche io. :-)

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