Oggi soltanto poesie.
Inedite e forse minori, ma anche queste faranno parte della mia raccolta. Oggi ne ho raggruppate tre intorno a un altro tema che mi sta a cuore: l'incomunicabilità.
Nascondino
Giochiamo a nascondino
dietro le stoviglie di coccio,
dietro i cocci di stoviglie,
dietro la cenere.
E quando il vento di primavera
anche la cenere si porta via,
giochiamo a nascondino
con veli di fuliggine.
Ma quando anche le pezze lacere
rivelano un riverbero degli occhi,
si apre la dura guerra della farsa
e sanguina questa miseria di perderci
e d i conoscerci,
e poi di perderci ancora.
Nascondino
Giochiamo a nascondino
dietro le stoviglie di coccio,
dietro i cocci di stoviglie,
dietro la cenere.
E quando il vento di primavera
anche la cenere si porta via,
giochiamo a nascondino
con veli di fuliggine.
Ma quando anche le pezze lacere
rivelano un riverbero degli occhi,
si apre la dura guerra della farsa
e sanguina questa miseria di perderci
e d i conoscerci,
e poi di perderci ancora.
Forme del mondo possibile
Ho visto il vuoto.
Aveva contorni azzurri,
aveva contorni d'oro,
aveva sottili contorni di nebbia.
E aveva una forma strana:
si vedeva bene il tuo sorriso di profilo,
le nostre sedie e un tavolino di ferro battuto,
una moka inconfondibile
e due panciute tazzine.
Il generale alla guerra
Il generale alla guerra
il suo nulla di stoppa e letti freddi,
il suo latte senza mattino
e le sue mani vuote.
Il generale alla guerra
difende i ponti infranti
e le poche terre aride
su cui eccheggia ancora,
sola, la sua voce.
Silvia Belcastro, Da La città e il vuoto (2006)
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