giovedì 10 ottobre 2013

Il tempo del poeta


    Come sapete, il Tempo è un concetto che mi sta a cuore.

   Da bambina non mi capacitavo del fatto che gli esseri umani ne facessero una macchina a velocità costante e attorno ai dieci anni dedicai all'argomento persino un paio delle mie frettolose poesie. 

   All'epoca non sapevo che Einstein avesse già messo in discussione il concetto di Tempo e la sua piattezza nell'ottica capitalista, ma mi accorgevo che qualcosa in me andava contro il sentire comune. Da bambini infatti, tutti sappiamo che il Tempo dell'anima non è lo stesso che scandisce le stagioni e io l'avevo imparato dal mio bellissimo libro dell'Odissea, letto cento volte rapita dalla storia e dalle bellissime figure...


   Come sapete, Ulisse rientra ad Itaca dopo vent'anni di viaggio sotto le spoglie di un vecchio mendicante. Si tratta di un travestimento concessogli dalla dea Atena, in modo che il re possa accedere all'isola ormai controllata dai Proci. In queste vesti infatti, nessuno lo riconosce e Ulisse può così rivelarsi al figlio Telemaco per progettare con lui l'assalto ai Proci. 
    Nessuno è dunque capace di leggere le pieghe del Tempo che Atena ha disegnato sul volto del re. Nessuno a parte due vecchi saggi: il cane in punto di morte e la balia prosciugata dalla vecchiaia. Ma se Euriclea si accorge di avere di fronte il suo re solo quando prepara per lui l'acqua per il bagno (spogliandosi, Ulisse mostrerà una cicatrice che si era procurato durante l'infanzia), è in realtà il cane Argo l'unico personaggio davvero capace di vedere e riconoscere Ulisse anche sotto l'incantesimo di Atena. 

   Quando il re varca la soglia del cortile, Argo se ne sta disteso su un cumulo di letame, incapace di muoversi e martoriato dalle zecche. Non vede quasi più e non è nemmeno in grado di alzarsi, ma agita la coda e guaisce d'emozione. Un' emozione che lo stronca, perchè poco dopo Argo muore. Ulisse però non può rivelarsi, dunque non risponde alle feste del cane e osserva in silenzio la sua morte. E qui avviene un fatto: Ulisse si scosta per un attimo dal porcaro che gli sta facendo strada, gli nasconde il volto e versa per Argo l'unica lacrima del suo rientro ad Itaca. 



   Dunque Argo è qualcosa di più di un cane fedele al padrone e a se stesso. Argo possiede una bussola interiore che scandisce un Tempo, l'unico Tempo che si rivela esatto quando il mendicante mette piede nel cortile. Ma che cos'è quel Tempo? E' quella dimensione del nostro universo che fa maturare i frutti degli alberi, le stelle delle galassie e i sentimenti degli uomini? 

   Più passano le decadi, più Argo attende nell'animo di ognuno di noi.
   E quel Tempo che Argo conosce e che noi abbiamo dimenticato, è la Poesia




Il tempo del poeta
non è il tempo di questo mondo.
Non giorni, ore, minuti
né il sabato quando si va a far la spesa.
Ammettiamo
che anche il poeta vada a far la spesa
il sabato.
In quel momento
non può essere poeta?
Dovrà mettere almeno un piede 
in questo mondo di ore, anni e minuti,
o comprerà gli asparagi
al posto della carne
e sorriderà alla farfalla
davanti al banco frigo.
Del tempo del poeta
si conosce poco.
Alcuni dicono
che sia il tempo del mondo.

(Silvia Belcastro a 11 anni) 





Silvia Belcastro

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